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Agenda 2030: lavori dignitosi e crescita
Agenda 2030: lavori dignitosi e crescita
Data pubblicazione: 30 novembre 2021
L’ottavo obiettivo per garantire un futuro sostenibile per l’umanità, secondo l’Agenda 2030 dell’ONU, è promuovere una crescita duratura per tutti e incentivare i lavori dignitosi. Scopri su cosa devono lavorare i Paesi per realizzare questa missione.
Eventi
Tra i 17 obiettivi fissati dall’Agenda ONU 2030 ci sono sconfiggere la fame e la povertà, garantire a tutti un’istruzione di qualità e il diritto alla salute, la parità di genere e l’accesso alle risorse energetiche e all’acqua. La missione numero 8 per poterti garantire un mondo più sostenibile e un futuro migliore è quella di sostenere la crescita e lo sviluppo creativo, l’imprenditoria e il sostegno economico a tutti, e soprattutto fare in modo che i lavori siano dignitosi.
Vivere con due dollari al giorno
Nel mondo ci sono più di 700 milioni di lavoratori e lavoratrici che, nonostante abbiano un impiego, non riescono a fare la spesa, pagare le bollette e vivere in ambienti sani. In pratica, lavorano ma non hanno uno stipendio minimo che garantisca loro di potersi mantenere. In Germania, il salario minimo nel 2020 è stato di 9,35 euro l’ora circa; in Italia era stato proposto di introdurre un paga oraria minima di 9 euro. Immagina che quasi 2,2 miliardi di persone vivono con meno di due dollari al giorno.
Per sconfiggere fame e povertà, ma anche per riuscire a raggiungere un’istruzione di qualità, servizi e ogni altro obiettivo dell’Agenda 2030, è necessario che le persone possano lavorare, crescere professionalmente e umanamente, e che abbiano delle prospettive e delle opportunità. Tutto questo può essere realizzato se si crea occupazione garantendo salari adeguati e lavori sicuri che contribuiscano all’integrazione sociale.
A che punto siamo
Le statistiche riguardanti il mondo dell’occupazione suddividono le persone che non hanno un lavoro in tre categorie: disoccupate, inoccupate e inattive. La prima raggruppa chi ha avuto un impiego in passato, ma ha subito il licenziamento o non ha ottenuto il rinnovo del contratto. Per inoccupati, invece, si intendono le persone in cerca del primo lavoro, le quali non hanno mai avuto un’occupazione precedente, ma generalmente risultano registrate in un centro per l’impiego. La terza categoria riguarda chi non è alla ricerca di un lavoro, o ci ha già rinunciato.
Il 2019 e il 2020 sono stati anni molto negativi dal punto di vista dell’occupazione: secondo le prime stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), la crisi economica provocata dall’emergenza Covid-19 potrebbe portare un importante aumento delle persone disoccupate: l’ipotesi è di una crescita di 25 milioni nuovi disoccupati in più nel mondo. Se i calcoli saranno confermati, la disoccupazione globale raggiungerà quest’anno la cifra di 213 milioni di persone senza lavoro. I più colpiti sarebbero i giovani e le donne. A livello globale, secondo l’Ocse, il tasso di disoccupazione tra coloro che hanno tra i 15 e i 24 anni è cresciuto fino al 15%. In Italia il dato è ancora più allarmante: nel gennaio 2021 è stato raggiunto quasi il 34% di disoccupazione giovanile.
Dove dobbiamo arrivare
Per poter sperare di uscire da questa situazione e raggiungere l’obiettivo numero 8 dell’Agenda 2030, ecco i traguardi a cui puntare:
stimolare la crescita economica; per i Paesi in via di sviluppo, il PIL dovrebbe raggiungere almeno il 7%
aumentare il progresso tecnologico e le innovazioni per incrementare la produttività, soprattutto nei settori in cui si può creare maggiore occupazione
promuovere strategie di sviluppo che creino lavori dignitosi, stimolino le imprese e l’innovazione
favorire l’accesso a prestiti e finanziamenti per pmi
migliorare il consumo e la produzione di risorse senza avere un impatto negativo sull’ambiente
garantire la piena occupazione e il lavoro per tutti, senza discriminazioni di genere, etnia o religione
includere nel mercato del lavoro giovani, donne e persone con disabilità, garantendo uno stipendio equo
porre fine alla schaivitù e allo sfruttamento sul lavoro, proibire ogni forma di lavoro minorile o forzato e pratiche come il reclutamento di bambine e bambini soldato
creare ambienti di lavoro sicuri e sani
promuovere il turismo sostenibile come motore per lo sviluppo delle comunità locali
aumentare scambio e aiuti per i Paesi in via di sviluppo
sviluppare una strategia globale per l’occupazione dei giovani.
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