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Agenda 2030: costruire il futuro garantendo un’educazione di qualità
Agenda 2030: costruire il futuro garantendo un’educazione di qualità
Data pubblicazione: 05 novembre 2021
Il quarto obiettivo che l’umanità deve raggiungere secondo l’Agenda 2030 dell’ONU è quello di riuscire a ripensare i sistemi educativi. Le nuove parole d’ordine sono equità, inclusione e qualità. Ogni persona ha un talento, e il ruolo degli educatori è far emergere le migliori qualità di ciascuno. Scopri qual è la situazione attuale, e su cosa devono lavorare i Paesi.
Eventi
I primi tre appuntamenti fissati dall’Agenda ONU 2030 per il tuo futuro sono ambiziosi:
sconfiggere la fame
mettere fine alla povertà
tutelare salute e benessere.
Il programma in agenda può essere suddiviso in due tipologie di traguardi: quelli necessari a garantirti un futuro, e quelli che ti aiuteranno a costruire un futuro sostenibile. Ecco: il quarto obiettivo dell’Agenda rientra nella seconda categoria, ed è quello di garantire un’educazione di qualità per tutti.
In questa missione che l’umanità si è prefissa di raggiungere ci sono molti ostacoli e sfide. È necessario superare le resistenze verso l’educazione delle donne, ancora oggi molto forti in alcune parti del mondo (come nell’Afghanistan riconquistato dai talebani). Bisogna inoltre lavorare per bypassare le disparità di opportunità tra le persone benestanti e i poveri, e questo non è un problema solo dei Paesi in via di sviluppo.
Un mondo a due velocità
Secondo un rapporto UNESCO, UNICEF e Banca Mondiale, gli scolari dei Paesi a reddito basso e medio-basso nell’ottobre 2020 avevano già perso quasi quattro mesi di scuola dall'inizio della pandemia; nello stesso periodo, nei Paesi ad alto reddito erano state perse circa sei settimane di lezioni.
Nel mondo sarebbero quasi 175 milioni i bambini e le bambine non iscritti alla scuola dell'infanzia.
Il quarto obiettivo ONU non si limita però a voler garantire l’istruzione scolastica. Infatti, la parola che viene usata dall’organizzazione, è “educazione”, che deriva dal latino e significa “tirar fuori”. Non si punta quindi solo a riempire i giovani di nozioni, ma quello che si
Cosa è stato fatto finora e cosa resta da fare
L’ONU, così come numerose altre organizzazioni internazionali come Unicef e Save the Children, hanno costruito progetti per garantire il diritto allo studio ai minori nel mondo. Uno dei dati positivi raggiunti in questi anni è questo:
la percentuale di bambini iscritti nelle scuole primarie nei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto il 91%.
Resta però ancora molto da fare, perché ci sono quasi 57 milioni di bambini, soprattutto in Africa, che non frequentano le scuole. E sono quasi 103 milioni i giovani che non hanno le competenze di base per leggere e comprendere un testo.
La povertà educativa in Itali
Le differenze non sono solo tra Paesi ricchi e poveri: anche in Italia esistono disparità profonde, aumentate dalla pandemia. Nelle grandi città così come nei piccoli centri della Penisola ci sono bambini e bambine che non hanno un tavolo per fare i compiti a casa, non hanno utenza di corrente elettrica, e fanno l’unico pasto della giornata nelle mense scolastiche. Sono ben il 42% i minori che vivono in case prive di spazi adeguati allo studio. Ragazzini e ragazzine che vanno a scuola se si svegliano in tempo, a volte per disinteresse dei genitori verso la loro istruzione, e altre volte perché chi se ne prende cura lavora tutto il giorno e non riesce a seguirli.
La pandemia ha reso ancora più vulnerabili le persone già fragili, e ha aumentato la povertà educativa nel Paese. È quello che ci raccontano i dati dell’Osservatorio sulle disuguaglianze digitali di Openpolis e dell’impresa sociale #conibambini. L’indagine sull’accesso alle opportunità educative ha evidenziato come nel 2019 ancora il 14,3% delle famiglie con figli non possedeva un pc o un tablet. Una mancanza che ha reso molto difficile per questi studenti restare al passo con i propri compagni durante la pandemia e le lezioni in DAD.
Save the Children ha intervistato un migliaio di giovani tra i 14 e i 18 anni e dalle loro risposte emerge una situazione preoccupante:
il 28% ha problemi con la connessione
il 26% ha maggiori problemi a concentrarsi con le lezioni online
almeno un compagno o compagna hanno smesso di frequentare la scuola
per un 7% degli intervistati, le persone che hanno abbandonato scuola sono tre o più compagni o compagne.
I traguardi dell’obiettivo
Secondo l’Agenda 2030, per raggiungere l’educazione di qualità per tutti, sarà necessario raggiungere questi traguardi:
garantire a donne e uomini libertà, equità e qualità dell’educazione
garantire uno sviluppo infantile di qualità, e un accesso a cure e istruzione pre-scolastiche
garantire che l'istruzione tecnica, professionale e terziaria, così come quella universitaria, siano accessibili a tutti economicamente, e che siano di qualità
formare i giovani con competenze specifiche che permettano loro di trovare posti di lavoro dignitosi o per dedicarsi alle loro imprese
eliminare le disparità di genere e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale
garantire che tutti i giovani e gran parte degli adulti abbiano un livello sufficiente di lettura, scrittura e calcolo
promuovere le conoscenze e le competenze per stimolare lo sviluppo sostenibile, in tutela dei diritti umani, della parità di genere, e della pace
costruire e potenziare scuole e spazi di aggregazione
aumentare il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo
aumentare la presenza di insegnanti qualificati.
La strada è ancora molto lunga, e la pandemia ha sicuramente peggiorato la situazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Garantire un’educazione equa e inclusiva resta però uno degli obiettivi fondamentali per permettere alle persone di migliorare la loro condizione, ed è fondamentale per raggiungere un nuovo sviluppo sostenibile.
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